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La guerra è tornata in Europa

Una sola settimana ci ha riportati indietro di decenni e fatti sprofondare nello sgomento.  Il nostro compito di Associazione pacifista è sostenere in ogni modo le ragioni della pace. Non abbiamo però risposte. Pensiamo invece che proporvi delle domande sia uno stimolo alla riflessione e al cogliere diversi punti di vista.

 

Qual è il punto di vista dei contendenti? Qual è la percezione russa degli equilibri geopolitici? Quale quella Ucraina? Quali sono gli interessi in gioco?

 

Qual è il senso della permanenza della Nato e della sua espansione a Est in assenza del contrapposto Patto di Varsavia?  Come viene percepita dalla Russia? E’ tollerabile a lungo da una ex grande potenza una percezione di caduta di prestigio, un senso di accerchiamento, una progressiva perdita di ruolo strategico sugli scenari mondiali?

 

Perché questa guerra, che, dal punto di vista geopolitico ed economico, non conviene a nessuno, viene comunque scatenata?

 

Vi è unità di interessi fra i Paesi europei che sostengono l’Ucraina? Come coesistono gli interessi francesi di guida della UE, dell’Italia da sempre non ostile alla Russia e interessata al suo gas, della Germania di mediatori delle dinamiche est ovest, dei paesi ex patto di Varsavia che sono molto ostili alla Russia? Il disegno USA è solo quello di mantenere la Russia in uno stato di minorità o di ricompattare l’Europa sotto la guida USA nella NATO? 

 

Perché è stata consentita l’invasione della Crimea da parte dei Russi senza alcuna reazione? Dopo questo precedente quali dinamiche sono state scatenate e si creano? 

 

Le sanzioni sono percepite come sufficienti dai Russi per limitare le loro azioni? Il tempo in che modo gioca contro la Russia? Qual è la reale situazione socio economica della Russia?

 

Come sono stati letti dagli occidentali i cyber attacchi da parte dei Russi ai candidati sgraditi nelle elezioni? Perché Putin è riuscito a ribaltare con notizie false l’esito delle elezioni americane? Perché non è stato fermato e si è aperta la pericolosa via del “trumpismo”? Perché Putin ha accresciuto in tal modo il suo prestigio in Russia? 

 

Perché Putin sostiene i leader sovranisti in Occidente? Perché Putin era inneggiato dai leader della destra europea, pur essendo un autocrate? O era sostenuto proprio perché era un autocrate e quindi le destre di alcuni stati tra cui l’italia non sono pienamente democratiche?

 

Perchè Salvini e Berlusconi hanno sostenuto che sia un grande politico, nonostante sia il mandante di omicidi e ostacolo al dispiegarsi della libertà di stampa e manifestazione? La loro inversione politica oggi è solo di facciata?   

 

Qual è la percezione russa dell’espansione verso Est degli stati aderenti alla Nato? Perché parla del governo ucraino come di un fantoccio da rovesciare e di un esercito pieno di filonazisti? Si tratta di esigue minoranze ed è una narrazione di pura propaganda? Non vi sono forze filonaziste anche in Russia?

 

Perché Putin non parla di guerra? I Russi hanno un’esatta percezione degli avvenimenti? Che cosa fanno sapere i media governativi di questa invasione? 

 

Qual è la percezione dell’Ucraina come Stato da parte russa? Non esiste? E’ “il cortile di casa”? E’ l’origine della stessa Russia a partire dalla Rus’ di Kiev? Perché i Russi sono restii a bombardare Kiev, la considerano madrepatria?

 

Perché Putin non può perdere questa guerra? Perché è molto pericoloso non lasciargli qualche via d’uscita minimamente onorevole? A quali rischi ci espone il suo accerchiamento? E’ corretto parlare di questa situazione anche in termini caratteriali e di personalità del leader russo o deve essere trattata semplicemente come una questione politica?

 

Putin è un pazzo o è un leader lucido che sta tirando acqua al suo mulino? Quali sono stati i suoi errori? Quale storia si racconterà? I suoi successi o le sue sottovalutazioni?

 

E’ stata un’ingenuità pensare che Putin non avrebbe attaccato? Perché non ci si è ricordati le esperienze in Cecenia, in Georgia e in Crimea? 

 

E’ normale che un aggressore si senta vittima? Che narrazione si farà di un Paese che non chiama guerra un’invasione?

 

Quanto durerà questa guerra? Avremo la percezione di essere in guerra? 

 

Politiche diverse dell’Occidente avrebbero potuto evitare questa situazione? Questo conflitto in tal caso poteva essere evitato?

 

C’è ipocrisia in Occidente rispetto a questa guerra? Quanto ci facevano comodo i soldi degli oligarchi? Quanto abbiamo fatto finta di non vedere e di non sapere? Quanto speriamo che la guerra si risolva in qualsiasi modo, ma che non turbi i nostri equilibri e i nostri interessi economici e geopolitici? Qual è il fine oggi: abbattere Putin o far finire la guerra il più presto possibile?

 

Quanto l’isolamento di Putin, anche fisico per il terrore del Covid, il suo essere circondato solo da fedelissimi, la decadenza di una diplomazia russa di alto livello e dai nervi saldi influiscono sulle sue, apparentemente folli, decisioni? 

 

Quanto un suo ribaltamento sarebbe auspicabile visti i risultati del rovesciamento di tutti i dittatori da parte dell’occidente (Iraq, Libia, Siria ecc.)?

 

Quanto le copiosissime risorse naturali dell’ex Unione Sovietica condizionano le scelte politiche di tutti gli attori e spettatori in gioco in questa partita? Come?

 

E’possibile che un incidente scateni una guerra fuori controllo? E’ possibile che i Russi bombardino i convogli che dalla Polonia (Paese NATO) forniscono armi all’Ucraina, scatenando una guerra totale? L’occidente saprebbe mantenerla freddezza occorrente per non farci precipitare in una guerra mondiale?

La mediazione è ancora possibile? Chi dovrebbe gestirla?

 

Quali sono gli interessi cinesi? Quale importanza può avere il colosso asiatico nella gestione del conflitto? Potrebbe essere essa stessa un mediatore vista la sua astensione all’ONU? Paesi autocratici come quelli della stessa area geografica come la Turchia che ruolo giocano, che interessi hanno? Dopo l’atteggiamento tenuto con i curdi sono interlocutori credibili?

 

La pace si costruisce anche con le armi? Inviare armi ai partigiani italiani che lottavano per la libertà fu sbagliato? Inviare armi agli Ucraini oggi è favorire la guerra o fermare la prevaricazione e favorire la guerra di resistenza un popolo?

 

Cosa sarebbe etico fare in questa situazione al di là di tutti gli interessi di parte?

 

Quale concretezza e realismo c’è nelle condanne dell’invasione, ma anche delle forniture di armi, nella richiesta di un ruolo diplomatico della UE, nella richiesta di un cessate il fuoco, di ritiro delle truppe, di sanzioni, di smilitarizzazione reciproca, di proclamazione della città di Kiev come città aperta?

 

Quali scenari apre la fornitura di armi agli Ucraini? E’ un modo per favorire la pace, per immaginare un futuro di libertà o solo di aggiungere morti a morti, distruzione a distruzione.? E’ la miopia di chi non possiede categorie mentali diverse da quelle di immaginare la pace solo dopo la guerra? 

 

In questo momento alla popolazione ucraina tutta la nostra solidarietà e vicinanza. 

Però non smetteremo mai di ribadirlo: se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la pace, in tempi di pace. Quando tuonano le armi tutto si fa terribilmente complesso. Per favorire la pace cerchiamo una risposta insieme. Analizzare, studiare, capire, confrontarsi sono la nostra via.