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Newsdalmondo ai tempi del Coronavirus

Da diversi giorni stiamo raccogliendo notizie da parte dei nostri amici residenti all'estero in epoca di Coronavirus.

Italiani, stranieri, famigliari, conoscenti che hanno gentilmente inviato le loro testimonianze attraverso messaggi personali, concedendoci di pubblicarle. Alcuni messaggi sono più recenti, altri meno. 

Ciò che ci ha sorpresi è stata la loro sollecitudine a rispondere al nostro appello. Questo ci ha fatto sentire meno soli e più uniti, anche a distanza di chilometri.

Li ringraziamo calorosamente per il loro contributo, sperando che ci tengano aggiornati sulla situazione dei Paesi in cui risiedono. Questa pagina è dedicata a voi. GRAZIE DALL'ASSOCIAZIONE SPORTIDEA CALEIDOS!!!

Alice, Dubai (Emirati Arabi)

Dal mondo l’Italia si guarda con la nostalgia di chi ha sempre pensato “sono via, ma in caso d’emergenza mezza giornata d’aereo e sono a casa!” e mai avrebbe pensato di trovarsi prigioniero di una realtà dove da qua non puoi uscire e di là non puoi entrare...

Tutti hanno a che fare con crisi diverse; in Europa un paese segue l’altro. Ho amici a Londra che vedono un’emergenza negata fino a poco fa e seguono a distanza i parenti in Spagna, malati, per cui non possono fare nulla. Altri, in America, che cercano di capire come muoversi dalle grandi città per paura della corsa alle armi di chi, temendo lo stop totale degli aiuti sociali, vede la minaccia che, una volta confinanti in casa i cittadini, persone disperate cerchino ogni mezzo per sopravvivere. Realtà insomma diverse e per certi versi comprensibili, forse, solo a chi davvero le vive nella sua quotidianità.

A Dubai scuole chiuse da settimane, work from home, spiagge, piscine e parchi con accesso vietato e da poco, udite udite, centri commerciali serrati. Che sia davvero la fine del mondo?

Per tenere su il morale, gli expat, che qua sono la stragrande maggioranza, si organizzano con iniziative solidali bizzarre, ma comprensibili se si prova ad immergersi in questo mondo fatto di tanti, tantissimi servizi, accessibili, che oggi vengono meno, e ad una popolazione in media molto giovane:

- canali live di sport; chi più ne ha più ne metta, ci si collega in video a decine e si salta da casa come matti 

- ricette; ogni expat è chiamato a condividere una ricetta non nazionale ma regionale e svelare un piccolo segreto nella sua preparazione. L’ingrediente segreto della minestra di pane che un Neo Zelandese non avrebbe mai scoperto...

- film nazionali, che magari hanno vinto premi, ma che qua non sono mai arrivati nelle grandi sale. Magari con sottotitoli. Li si scarica e invia tramite link per posta elettronica

- libri, stessa cosa. Molti paesi hanno aperto online, gratuitamente, i loro archivi, e se ne approfitta 

- molte aziende hanno creato chat Whatsapp separate per attività lavorativa e scambi “social”. Le persone sono chiamare a postare novità da fonti solo verificate per quanta riguarda il proprio paese. Per ogni brutta notizia ne va affiancata una bella. Anche una banalità, basta ci faccia fare un sorriso.

Sembra una sciocchezza ma in certi giorni anche sapere che in Turchia hanno trovato non so che rimedio all’alopecia usando lo zenzero basta a distrarsi un attimo dal resto!

 


Tiziana, Francia

Un contributo audio da un'amica che ci parla dalla Francia.

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Han, Wuhan (Cina)

Ciao amici italiani, sono Han da Wuhan, China. Spero che stiate tutti bene e che rimaniate in salute e al sicuro con i vostri cari. È molto triste sapere che alcuni di voi debbano affrontare il coronavirus in questo momento, ma penso che se continueremo a restare in casa, a mantenere la “distanza sociale” e ad usare la mascherina, alla fine andrà tutto bene. Un po’ come in questi giorni a Wuhan: è nuvoloso, ma arriveranno presto giornate piene di sole. Andrà tutto bene! Forza Italia!

Traduzione di Silvia Bergamo


Silvana, Tenerife (Spagna)

Hola!

Guarda, allargando un po' la foto, si vede un luccichio blu, distante 750 metri da dove scrivo: è Lui, l'oceano, il motivo per cui ho abbandonato Torino.

Ora soffro il supplizio di Tantalo... vorrei lasciarmi abbracciare dalle acque "chiare e fresche", ma NON POSSO!!!! E come me non possono tutti gli altri abitanti di questo accogliente pueblo a sud/ovest di Tenerife, ché Pedro Sanchez da 8 GG ha posto il divieto di uscire di casa se non per necessità improrogabili (approvvigionamento alimentare e farmaceutico, visite mediche e... basta).

No bagni, no spiaggia, no passeggiate neanche in solitaria, niente di niente! Eppure anche qui il virus colpisce, siamo a quasi 200 casi - e c'è un solo grande ospedale pubblico più varie strutture private.

Ai domiciliari necesse est!


Paolo, Schwerin (Germania)

Lo sconosciuto passante ha la faccia bonaria da vecchio informatore della Stasi. Gli basta uno spezzone di frase per capire da dove vieni, allungare il passo per raggiungerti e chiedere cortese: «Italiano?»

«Sì, ma non si preoccupi, vivo qui a Schwerin da un pezzo».

Altro che preoccupato, il tizio vuole solo approfittarne per rompere la solitudine forzata, condividere un breve tratto di strada e fare due chiacchiere.

Qui nel profondo est della Germania va così, l’isolamento da virus c’è ma non si vede. Chi ha già vissuto tutto questo dal racconto di media italiani, amici e parenti si ritrova ora nel déjà-vu di cifre sempre più preoccupanti, chiusure di negozi e uffici via via più estese, appelli a restare a casa di giorno in giorno più energici. Una sorta di effetto eco con due settimane di ritardo, e con la distorsione data dalla reazione generale di fronte all’emergenza, francamente sorprendente.

Forse è solo la suggestione e la mancanza di obiettività di chi si è ridotto ad osservare il mondo nelle sporadiche uscite per fare la spesa, ma le categorie più a rischio sembrano farsi particolarmente beffe del pericolo. La cassiera è persino solerte nell’accalcare intorno a sé clienti troppo ritrosi, dentro e fuori dai supermercati gli anziani rimontano dalle retrovie e ti superano per coprire la distanza che avevi creato dalla persona davanti, fingendo di non capire dove si conclude la fila.

Me li immagino, già vecchi 30 anni fa, abbozzare per quieto vivere di fronte a limitazioni della propria libertà forse ben più drammatiche. Oggi affrontano il dilagare del contagio con compostezza, e con la stessa compostezza trasgrediscono le regole dettate dalle autorità.

Così, in una Schwerin non più deserta rispetto ai suoi giorni di “normalità”, a fungere da spie di un’emergenza rimangono solo le minoranze straniere alle prese col déjà-vu di cui sopra. Dietro le mascherine si nascondono unicamente volti cinesi. Gli italiani cercano di tenersi a due metri da tutto e tutti, e ci mettono un’eternità per fare la spesa.


Paola, India

Namaste' dall'India.

Malati pochi e qualche deceduto ad oggi.

Situazione terribile per gli italiani. Da 2 settimane misure restrittive stato per stato.

Nessun turista italiano può restare in Rajastan, Madyha Pradesh, Maharastra e a Delhi.

Goa ha chiuso il confine e nessun può più entrare dal Karnataka e dal Maharastra. L'aeroporto di Mumbai ha sospeso i voli. Da oggi, per una settimana, tutti i voli internazionali saranno sospesi fino al 29.

A tutti gli italiani venite via il prima possibile!

Hari Om

Paola 

22-03-2020

 

Qualche giorno dopo...

 

Namaste'

Sana e salva in Italia dopo 48 ore di viaggio in India e 72 in Italia per arrivare a casa...

Doverosi i ringraziamenti che faccio dal profondo del mio cuore alla magnifica Console Generale di Mumbai che da subito ha preso in carico l'emergenza rimpatri con professionalità, efficienza ma soprattutto con Umanità e squisita cortesia inviando SMS 3 o 4 volte al giorno.

GRAZIE mi ha fatto sentire orgogliosa di essere Italiana e protetta in modo speciale dall'Ambasciata Italiana.

All'India Airlines che ha organizzato volo speciale AI 123 il 21 marzo con il quale molti italiani sono potuti rientrare.

Che strano vero? Non Alitalia!

Paola

26-03-2020


Federico, Helsinki (Finlandia)

Sono state giornate complicate.

Noi siamo partiti dalla Finlandia il 9 marzo. Quando in Italia hanno isolato i primi comuni, i finlandesi hanno commentato che in Finlandia non sarebbe mai stata possibile una cosa simile: limitazione folle della libertà personale!

Lunedì scorso, ho ascoltato il discorso della Presidente del Consiglio finlandese. Hanno deciso di chiudere le scuole lasciando, però, gli asili aperti in modo da consentire agli operatori sanitari di continuare a lavorare. Anche gli allievi delle scuole elementari con necessità speciali continuano le lezioni.

In Finlandia il lavoro remoto è un'abitudine di molti. Ad esempio la mia azienda consigliava di non andare in ufficio già dall'inizio di marzo ed hanno prolungato la direttiva fino a fine aprile.

Inizialmente ci prendevano un po' in giro, mentre adesso hanno avuto problemi molto simili: lo scorso weekend molti abitanti di Helsinki sono andati in Lapponia a sciare portando con sé il virus. Il problema è che in tutta la Lapponia ci sono solo due ospedali con posti letto limitati e 4 ambulanze a 600km di distanza.


Francesca, Stoccolma (Svezia)

La preoccupazione verso il COVID-19 tra gli Italiani in Svezia è piuttosto alta. Nonostante il numero di contagi aumenti giorno dopo giorno, il Paese va controcorrente rispetto a tutti gli altri in Europa. L'unico vero divieto è quello rispetto agli assembramenti oltre 500 persone; i licei e le università sono gli unici istituti pubblici chiusi mentre palestre, ristoranti, mezzi di trasporto e negozi restano attivi come sempre. Le strade sono tuttora affollate sebbene ad oggi i dati raccolti nel mondo facciano pensare ad un futuro prossimo non esattamente roseo.

 

Nel gruppo facebook "Italiani in Svezia" non si parla d'altro e tutti gli utenti sembrano molto amareggiati per la totale assenza di provvedimenti dal parte dello Stato; come se non bastasse, il virologo di Stato, Anders Tegnell, non ha perso occasione per denigrare il Bel Paese con dichiarazioni del tipo "il sistema sanitario svedese avrebbe prerogative decisamente migliori rispetto a quelle dell'Italia nel gestire la diffusione del contagio del coronavirus", contribuendo alla circolazione - sulla stampa svedese - di notizie non veritiere sul sistema sanitario italiano. Le parole di Tegnell non hanno lasciato indifferente l'Ambasciatore italiano, Mario Cospito, che ha rilasciato un comunicato stampa* per chiarire la sua posizione, in difesa dell'Italia.

 

A noi italiani in Svezia non resta che sperare che la superficialità e l'apparente presunzione dello Stato svedese non si dimostrino deleteri per la comunità.

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*comunicato stampa da parte dell'Ambasciatore d'Italia in Svezia
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Laurence-Anne, Lione (Francia)

BONJOUR ! Proverò oggi a condividere con voi alcune notizie e riflessioni da Lione, la mia città.

 

Il Coronavirus è in tutte le nostre conversazioni da qualche settimana... la Cina, poi l'Italia.

Parliamo tantissimo dell'Italia e di voi Italiani che affrontate la violenza di un'epidemia non ancora chiamata pandemia….

Da qualche settimana anche in Francia si parla dei "gestes barrières", forse questo virus sarà alla fine più virulento di quello dell'influenza...

Però siamo in Febbraio e la vita continua come in tempo normale... Per il secondo anno, ho un abbonamento al Teatro Regio di Torino e il 16 Febbraio ho visto Nabucco, ho ritrovato i miei amici (quelli conosciuti al liceo e gli altri incontrati nella mia cara Torino), ho camminato in via Po e bevuto qualche caffè a Palazzo Madama, al bar Fiorio...

Le vacanze scolastiche sono cominciate e molti francesi sono in giro. Il 9 Marzo, le scuole aprono di nuovo. In Italia, sono già chiuse e le misure dell'emergenza sanitaria sono effettive. Il confinamento, la realtà in Lombardia, in Veneto poi in Piemonte e poi "iorestoacasa"... tutti noi seguiamo le notizie che vengono della penisola .

La settimana del 9 Marzo, emergeva la consapevolezza, ora dopo ora, che la nostra vita era sospesa ad un cambiamento inevitabile. Tutti gli ospedali ed il servizio sanitario francese erano sul piede di guerra, i discorsi dei politici e dei medici si succedevano…. e le scuole chiudevano dopo una settimana di ripresa.

E poi, lunedì 16 Marzo, il Presidente della Repubblica annunciava il CONFINAMENTO A CASA. Non era veramente una sorpresa, ma questa volta c’eravamo!!!

Nel mio piccolo paese, Fleurieu, nel Val de Saône, a pochi chilometri da Lione, la vita è tranquilla, siamo abituati alla calma. In un solo giorno, però, la calma ha lasciato il posto al silenzio…

Dappertutto in Francia: supermercati sommersi, acquisti compulsivi, ragazzi a casa, telelavoro quando è possibile, molte imprese che chiudono e tutti gli operatori sanitari pronti ad affrontare con volontà, coraggio ed energia questa pandemia.

Ci era piaciuto il vostro appuntamento musicale al balcone! Per sentirci più vicini, in tutta la Francia, alle 20:00, facciamo un applauso per tutti quelli che lavorano per noi e la nostra salute: tutti gli operatori sanitari e anche tutti quelli che permettono al nostro paese di rimanere vivo. Da due giorni suonano anche tutte le campane delle chiese, verso le 19:30.

La vita si riorganizza poco a poco, proviamo tutti a mantenere legami, ad affrontare questa realtà che è anche la realtà per tanti esseri umani nel mondo...

Ciascuno di noi ha visto i suoi progetti cambiati, cancellati o rimandati. Benché sia un breve aneddoto di fronte a questa tragedia, vi cito le parole di un mio amico, professore a Pinerolo, che doveva venire a Lione con i suoi allievi a Marzo per qualche giorno, le visite erano già programmate. "Non so io quando potrò attraversare la frontiera e venire a trovarvi, né quanti viaggi già scritti nel mio calendario dovrò ancora annullare..."

Ma quello che penso é che siamo vivendo insieme un momento che interroga la nostra umanità e cambierà la nostra maniera di stare al mondo .

Questo è il momento della forza e del coraggio, è anche quello del tempo sospeso, della lentezza, dell’ascolto, della dolcezza che possiamo inviare in ogni ora che viviamo.

 

JE PENSE TRES FORT A VOUS, JE VOUS SOUHAITE UN IMMENSE COURAGE ET BEAUCOUP D'ESPERANCE, A PRESTISSIMO!

 


Paola, California

Io sarei dovuta essere in Italia per 2 settimane di vacanza a partire dal 14 marzo... ovviamente, data la situazione, il viaggio e' stato cancellato (2 giorni ed una notte al telefono per avere il rimborso del biglietto). Sto trascorrendo le mie vacanze a casa. Martedì della scorsa settimana ho fatto la spesa, ma c'era già scarsità o mancanza di parecchi prodotti ed alcuni erano limitati ad uno per famiglia.

Credo ora vada meglio, ma non sono più uscita... Ieri sono finalmente andata alla buca delle lettere… era pienissima.

Mercoledì sera Il consiglio comunale di Chico ha rimosso Il sindaco in quanto non aveva ancora dato direzioni precise, si teneva sul vago, lasciando agli individui e imprenditori la scelta di chiudere o meno.

Al momento i ristoranti sono aperti solo per asporto e si dovrebbe uscire solo se strettamente necessario, mantenendo la distanza di sicurezza e gruppi di 10 persone al massimo.

Ieri è  stato comunicato che, proprio nel centro commerciale dove lavoro io, un impiegato è risultato positivo quindi tutti quelli del suo reparto sono in quarantena e dicono che hanno disinfettato il negozio più volte...

Mi è stato detto che metteranno un plexiglass attorno alle casse e ai banchi di vendita, inclusa la mia farmacia. Io devo tornare a lavorare martedì e spero che abbiano già provveduto al riguardo. Dopo tutto non sono più giovanissima ed il lavoro in farmacia qui è davvero molto stressante già di per sé e in più c'è mancanza di personale, il che non facilita le cose.

L'ospedale locale continua ad avere annunci televisivi locali in cui dicono che sono preparati ed attrezzati.

A ieri i casi nella contea di Butte erano 5, nessuno grave da ospedale, a quanto dicono.

Speriamo che tutti siano responsabili e che le cose progrediscano in modo positivo in tutto il mondo!!!


Daniela, Culemborg (Olanda)

Ecco una raccolta delle iniziative belle (e gratuite) che stanno nascendo in questi giorni dalle mie parti. Ce ne sono di sicuro tantissime anche Italia, ma immagino un po’ diverse a causa delle misure più restrittive che avete al momento.

Tante persone mandano cartoline, fiori o disegni alla persone ospitate nelle case di riposo e che al momento non possono ricevere visite; alcuni organizzano delle serenate andando a cantare nei piazzali di queste strutture. C'è chi si offre di andare a fare la spesa per chi non può o di portare fuori il cane o di fare da babysitter. Altri invece passano tempo al telefono con le persone che si sentono sole. Ci sono aziende che prestano i propri computer (visto che i dipendenti sono a casa al momento) per video-chiamate e c'è chi offre aiuto informatico. C'è chi organizza invio di cartoline di auguri ai bambini che compiono gli anni in questo periodo e che non possono festeggiare con i propri amichetti. Centri di vario genere offrono corsi online per tutti. La biblioteca si sta organizzando per lavorare su prenotazione e fare consegne porta a porta. Ci sono striscioni con ringraziamenti per il personale sanitario. Molti supermercati hanno un orario riservato agli anziani e ai più fragili per andare a fare la spesa. Ci sono varie iniziative per sostenere ristoranti, bar, fiorai e le categorie che al momento sono chiuse.

E infine vi inoltro la nona sinfonia di Beethoven suonata dalla Rotterdams Philharmonisch Orkest... in modo particolare!

 

https://www.youtube.com/watch?v=3eXT60rbBVk


Orlando, Tampa (Florida)

Una testimonianza da un nostro amico che vive in Florida.

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Ragazza di 17 anni, Turchia

Un virus sta colpendo tutto il mondo. Nessuno pensava che questo virus si sarebbe diffuso in così breve tempo. 

Magari se l’Italia avesse preso precauzioni prima, la situazione non sarebbe così grave. 

In Turchia, le misure di sicurezza sono state adottate pian piano ma si stanno evolvendo molto velocemente.

Spero che il mondo riuscirà a superare questa pandemia. Spero che arriveranno giorni migliori. 


Greta, Londra (UK)

A Londra, per la prima volta in quasi 4 anni, non mi sentivo tranquilla. Abbiamo sperato fino all’ultimo che la gestione del problema da parta del governo alla fine si rivelasse corretta, che fosse solo un modo diverso, non per forza errato per definizione, di gestire la situazione. Il problema, soprattutto, era essere italiani a Londra. Ho iniziato a parlare in inglese in luoghi pubblici anche con i miei amici italiani per evitare problemi. È capitato che la gente cambiasse tavolo non appena realizzava che fossimo italiani. Mi sono sentita osservata sul pullman. Un autista Uber ha chiesto a me e alla mia amica (italiana) di disinfettarci le mani sul taxi, senza fare la stessa richiesta all’altra persona in macchina, palesemente non italiana.

C’era un’aria strana a Londra. Era come se noi italiani vivessimo un po’ nel futuro, come se sapessimo che qualcosa di brutto stesse per arrivare, con tutte le storie che ci raccontavano familiari e amici da casa. Gli altri ancora non sapevano cosa stava per arrivare, ma noi sì. Per questo abbiamo iniziato prima degli altri a chiuderci in casa e "quarantenarci".

Ho visto i miei amici circa 4 giorni prima che la problematica scoppiasse in UK ed erano super rilassati. Alcuni non sapevano nemmeno cosa stesse succedendo negli altri paesi. 4 giorni dopo, erano tutti in panico, barricati in casa senza sapere che fare. I supermercati si sono svuotati. Non come in Italia, intendo proprio che non si trovava cibo, di nessun tipo. Per questo sono tornata. Preferisco passare questo momento con la mia famiglia che da sola a Londra.

Fortunatamente, al lavoro tutti ci hanno dato la possibilità di scegliere dove andare, senza problemi, per tutto il tempo necessario. Una scelta molto civile, che ho apprezzato e colto al volo. Con la speranza che finisca il più in fretta possibile e si possa tornare presto a Londra.


Orestes, Santander (Spagna)

Nel XXI secolo, l'Europa meridionale ha raggiunto il suo massimo livello di sviluppo, la sua popolazione ha raggiunto i suoi più alti tassi di consumo e benessere, un'ampia protezione sociale e un egoismo e ipocrisia morale senza precedenti. Chiediamo sempre di più e siamo disposti a offrire sempre meno. Chiediamo salari e pensioni migliori, migliore salute, migliore istruzione, ma vogliamo anche lavorare di meno e pagare meno tasse. I nostri problemi e le grandi sfide globali (cambiamento climatico, disuguaglianza territoriale) devono essere risolti dagli altri. Ascoltiamo solo ciò che ci piace e, pertanto, i populismi nazionalisti e la nostalgia dei sistemi fallimentari e totalitari, sostenuti da ciarlatani ignoranti, trionfano. La parola di un clown o di uno youtuber vale più di quella di uno scienziato. L'Europa, nonostante non sia in grado di creare un legame emotivo tra i paesi, si credeva forte e invulnerabile. La morte e la disperazione rimanevano fuori dai nostri confini corazzati, fluttuando nel Mediterraneo o vagando nei campi profughi della Turchia.

Ora, con l'arrivo di COVID19, tutto è saltato in aria. Siamo vulnerabili, ci sentiamo impotenti e chiediamo più scienza e più solidarietà perché il problema ci riguarda direttamente. Le risposte arrivano, i gesti di umanità sono numerosi ed entusiasmanti, ma le soluzioni mancano a livello globale perché il virus non sa cosa sono i confini. Pensiamo solo ai più vicini, ai nostri. Per la maggior parte degli spagnoli, purtroppo, l'Italia o la Francia non sono ancora questioni nostre. L'Europa deve creare un solido quadro comune di coesistenza per le nuove generazioni che ci consenta di affrontare insieme le prossime sfide.