Raccontiamo un po' chi è l'autore ospite del progetto Leggermente e del gruppo Sportidea Caleidos.
Orso Tosco, nato nel 1982 a Ospedaletti (in realtà scopriremo che è nato a Bordighera perché nel suo paese, paradossalmente, l'ospedale non c'è!), ha esordito nella narrativa nel 2018 con il romanzo Aspettando i naufraghi dedicata al padre da poco scomparso. Autore di poesie, saggi e romanzi, nel 2024 ha pubblicato il suo primo giallo, L’ultimo pinguino delle Langhe, con protagonista il commissario imperiese Gualtiero Bova, ottenendo il Premio Scerbanenco.
Il romanzo che presentiamo nella splendida cornice della Libreria Gulliver, La controra del Barolo, edito da Rizzoli, è il secondo romanzo che ha per protagonista il commissario Gualtiero Bova, detto Pinguino.
Parliamo col nostro ospite del protagonista del romanzo, un personaggio che ricorda alcuni celebri commissari del passato a cui sembra che abbia voluto rendere omaggio e che, in qualche modo, gli assomiglia: anche lui ama vestirsi di una muta da sub per fare lunghe nuotate ("nel mare e non nei fiumi come fa Bova" precisa) e, soprattutto, anche lui ama mangiare e bere, anche se il commissario lo fa in modo del tutto non convenzionale, disordinato e "scomposto". Inoltre Bova possiede un cane, Gilda Gildina, una delle protagoniste del racconto, un bassotto biondo che l'autore, ci rivela, ha davvero posseduto e che purtroppo nelle copertine, nonostante le sue insistenze, non viene mai rappresentato in modo fedele. Il Pinguino è molto insicuro di sé, sottostima eccessivamente il suo talento e ricorre a espedienti, tra cui l'assunzione di microdosi di LSD, per "giustificare" i suoi successi e mettere alla prova i suoi talenti e i suoi sensi.
Tra una chiacchiera e l'altra Tosco ci racconta il suo attaccamento alle tradizioni ed il recupero di un certo provincialismo da cui in passato è fuggito, per poi tornarvi ed apprezzarne gli aspetti più profondi e peculiari.
La provincia ma anche una banda “sbandata” e grottesca di personaggi sono i protagonisti di questa storia: un vice commissario libertino, una super poliziotta, un bizzarro e malinconico poliziotto che recita proverbi piemontesi, un prete che ascolta i Bon Jovi, una mamma confusa e logorroica che ci racconta tanto del carattere del Pinguino, una zia film maker, un fratello scienziato, tutti frutto della fantasia dell'autore.
Inoltre, tanti personaggi negativi e senza scrupoli: tra questi una confraternita di uomini di potere malvagi e pronti a commettere crimini terribili contro dei minori.
Gli chiediamo se sia questa la sua immagine della nostra società attuale. Tosco sorride e risponde di no, non pensa che questa sia la rappresentazione di tutta la società, ma indubbiamente esiste chi non si fa scrupoli a distruggere le vite altrui per "mantenere un ordine precostituito", così come fanno i membri della sua confraternita, chi con un click è in grado di cancellare centinaia di posti di lavoro per "l'utile", chi non si preoccupa delle vite altrui, chi fa politiche senza scrupoli a scapito dei più deboli.
Da qui il discorso tocca il tema della migrazione, sul quale l'autore, che ha sempre vissuto in un territorio di confine, esprime tutta la sua incredulità per la scarsa volontà politica o l'incapacità di arrivare ad una soluzione condivisa ed efficace per risolvere l'annoso problema.
Ci avviciniamo alla fine dell'intervista, nella quale gli chiediamo se abbia provato le trattorie frequentate dal suo protagonista e ovviamente ci viene consigliata la Trattoria del Peso, un luogo fuori dal tempo a Belvedere Langhe, alla quale è dedicato un capitolo del suo libro.
Gli chiediamo a quale attore gli piacerebbe che venisse affidato il ruolo del protagonista se il suo libro dovesse diventare un film o una fiction e ci rivela di aver pensato ad Edoardo Pesce, uno dei protagonisti di Dogman, film di Matteo Garrone. Lui sarebbe il suo prescelto, anche se l'attore, confessa, è sicuramente più bello del Pinguino, un protagonista "bruttino" in una società in cui si parla tanto di inclusività, ma che alla fine dà troppa importanza all'aspetto fisico.
In chiusura di serata, e nel finale del romanzo, ci spiega il senso della controra, un termine usato forse più al sud, per descrivere il momento della "siesta" pomeridiana, il primo pomeriggio dedicato al riposo. Questo è il tempo della “resilienza”, ma anche della “speranza”, il tempo in cui il vitigno del Barolo, durante la lunga e fredda stagione invernale si riposa, ma al contempo si prepara per la sua rinascita. Un segnale di distensione rispetto ad una trama cupa e piena di intrighi.
La serata si conclude con qualche bicchiere di vino (non poteva mancare) ed un rinfresco offerto dalla calda ospitalità della Libreria Gulliver e del gruppo di lettura Sportidea Caleidos. Grazie a chi ha partecipato.
Ai prossimi appuntamenti!